Il FAUST di Goethe, è un’opera universale che racconta i desideri più profondi dell’uomo: comprendere il senso ultimo della vita e la voglia di superarsi sempre, per tendere verso quel Dio, del quale orgogliosamente si vorrebbe essere qualcosa di più di un riflesso o di un'ombra....

La sete di sapere è il grande tema insito in Faust; questa spinge il protagonista a scommettere la propria anima, senza alcuno scrupolo o rimpianto, credendo che neanche Mefistofele riuscirà a dargli un "attimo" così bello, da fargli accettare senza rimpianti l'eterna dannazione..

Faust può essere considerato un mito dell’età moderna: è uno scienziato, insoddisfatto dei limiti del sapere umano che scommete la sua anima, per avere in cambio tutto quello che vuole, amore, gioventù e conoscenza dei segreti della vita.

Ma Goethe, al contrario di altri autori (ad es. Marlowe) non vede in Faust il grande peccatore come lo voleva la tradizione popolare. Per questo grande poeta e letterato,  la  volontà  di  Faust  di sapere, di  andare oltre,  (“lo Streben”)  è antitetica  alla  filosofia  del godimento fine a se stesso, (“il Geniessen”) di Mefistofele, che ostacola la spinta verso una più alta conoscenza; Dio giustifica questa scelta e salva la sua anima.

L'opera, allegoria della vita umana nell'intera gamma delle passioni, delle miserie e dei momenti di grandezza, afferma il diritto e la capacità dell'individuo di voler conoscere il divino e l'umano, la capacità dell'uomo di essere "misura di tutte le cose".

Goethe stesso afferma che il tentativo dell'uomo di superare i propri limiti è "la più nobile delle aspirazioni dell'uomo".

Questa continua ricerca del superamento dei limiti umani, l’aveva proposto anche Dante nella sua Commedia, con Ulisse (“lo maggior corno de la fiamma antica”) che nel canto XXVI dell'INFERNO dice:

"Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"

 

1507 Dalla lettera di un abate: "Quell'uomo, del quale tu mi scrivi, che ebbe la sfrontatezza di definirsi principe dei negromanti, è un vagabondo, chiacchierone e giramondo, degno di essere frustato".
1513 Dalla lettera di un commerciante: "Otto giorni fa giunse a Erfurt un chiromante di nome Giorgio Faust, un vero spaccone, pazzo per giunta".
Non sono dei ritratti molto lusinghieri che le fonti dell'epoca tracciano del personaggio storico di Faust.
In verità, di lui si sa poco.

Georg (o Johann) Faust nasce nel 1480 a Knittlingen (Württemberg)
Fa il maestro di scuola girando per tutta la Germania. Poi fa il mago, forse anche il medico e il barbiere/dentista (che nel '500 era spesso la stessa persona) e il consigliere di varie corti. Viaggia sempre e opera incantesimi.
Più volte viene cacciato via da una città perché accusato di sodomia, pedofilia o di aver portato male a qualcuno.
Ricorre spesso a soprannomi per mascherare le precipitose partenze oppure la presenza stessa in una città dove aveva commesso qualche misfatto.
Si dice che a Krakau insegnasse la magia.

Già quando era ancora in vita cominciarono a formarsi le leggende più avventurose intorno a lui ed è difficile separare verità e invenzioni.
Bisogna anche considerare che nel '500 magia, filosofia e scienza erano ancora tutt'uno.
Johann Faust muore attorno al 1540 a Staufen.

"Quando fu giorno si recarono nella stanza dove era stato il dottor Faust.
Trovarono tutta la stanza imbrattata di sangue, il cervello era spiaccicato alla parete poiché il diavolo lo aveva sbattuto da una parete all'altra, vi erano pure i suoi occhi e molti denti sparsi qua e là, lo spettacolo era tremendo e pauroso.
Trovarono infine il suo corpo fuori accanto al concime, orribilmente sfigurato, con la testa e le membra ciondolanti".
(J. Spies: Storia del dottor Faust, ben noto mago e negromante. 1587)

Una brutta fine, quella descritta in questo testo tedesco, ma l'uomo di quell'epoca doveva capire che uno come Faust, che vendeva la sua anima al diavolo per avere in cambio conoscenze, oltre che una bella vita, doveva fare la fine più crudele e sanguinosa che si potesse immaginare.
L'uomo non doveva voler superare i limiti dello stretto mondo medievale.

Le prime storie di Faust erano di chiara ispirazione religiosa, dovevano mettere in guardia il lettore: “attenzione, il diavolo che ti tenta è sempre in agguato!” L'ammonimento religioso sempre compreso, era d'obbligo per l'epoca, ma la gente leggeva queste storie e le raccontava in giro con un misto di paura e affascinata curiosità. Divenne per due secoli uno dei miti popolari più diffusi e amati in Germania.

Grazie a Goethe, che riprese questo mito popolare, "lo spaccone degno di essere frustato" del '500 entrò nella grande letteratura!